Guardiamo il video di Alessandro Bergonzoni.
Leggiamo l' intervento di Massimo Gramellini.
Con
mille nuovi linguaggi, metafore, mezzi d'espressione, la necessità
di svegliarsi emerge prepotente in tutti i contesti.
Continuando
il discorso dell'ultimo post è meraviglioso sentire che nuovi
strumenti sconosciuti si uniscono all'orchestra e portano il loro
contributo.
Anzi
l'orchestra sta maturando a una velocità che cresce in maniera
esponenziale: ciò che una volta era una sinfonia un po' rigida e
sofferta, suonata da strumenti che faticosamente, dopo anni di studi
severi non sempre ben compresi agiti in accademie un po' segrete,
avevano raggiunto la consapevolezza del proprio valore e di quello
dell'insieme, sta diventando - a una velocità sbalorditiva, ripeto - uno stupefacente fluire di accordi in una spontanea, ricca, molto
vitale, esplosiva complessità.
Quando
mi arrivano questi interventi, dimentico la parte ancora zoppicante
del nostro laboratorio di transizione.
Nella
nostra comunità ( che poi non sappiamo bene ancora come chiamarla,
perchè “comunità è troppo triste, “villaggio” ricorda
sofferenze di troppo stretto vicinato, “borgo” fa venire in mente
qualcosa di finto e rileccato, “insediamento” è asettico...)
vogliamo persone così, che per inusitate strade proprie, diverse e
creative , sanno spiegare con linguaggi nuovi l'urgenza di uscire dai
nostri piccoli schemi mentali, persone che non appartengono a nessuna
scuola di pensiero, ma che sanno comunicare il desiderio condiviso di
cambiare tutto: interno, esterno, relazioni, per far fluire
finalmente la vita per quello che è: abbandono di ogni limitante paura e gioco consapevole, libertà, condivisione.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.