mercoledì 19 dicembre 2012

Dal branco alla comunità



C'è un bellissimo video di Salvatore Brizzi che spiega perfettamente il passaggio dal branco, tribù, clan, al gruppo e alla comunità.
Nei primi tre modi di stare insieme le motivazioni sono dettate esclusivamente dalla paura e dalla necessità di proteggersi a vicenda. Non c'è scelta ma convenienza e opportunismo con il predominio del più forte e legami basati sul “do ut des”.
Il gruppo invece è formato da persone in grado di badare a se stesse, che vivrebbero benissimo anche da sole, ma che provano gioia nello stare insieme e nello scambio. Nella comunità le persone si raccolgono intorno a un progetto, una visione, un'ideale.
In questi due ultimi casi l'insieme è molto superiore alla somma dei singoli individui, perchè è inutile dire che il cammino dal branco alla comunità avviene grazie alla consapevolezza che i singoli coltivano e accrescono per se stessi e per gli altri. Non ci può essere comunità senza lavoro su sé stessi .

Convinti di ciò abbiamo chiesto al nostro espertissimo facilitatore Bruno DiLoreto Wurms, che ci accompagna nel percorso di formazione del gruppo, di darci la sua opinione su cosa significhi “lavoro su di sè” , “cammino spirituale” e “lavoro di gruppo”.
Bruno ci ha tenuto una lezione magistrale che qui riassumiamo, ma che poi inseriremo in versione completa nelle pagine dl blog.

“Il lavoro su di sé “ è qualcosa che faccio accadere, non che mi capita, qualcosa che incomincia quando decido di prendere in mano la mia vita e di fare delle scelte con responsabilità . Quindi se i miei genitori mi mandano dallo psicologo o mi fanno studiare il pianoforte, quello non è lavoro su di me. Magari non mi fa male, ma non è lavoro su di me.
Di solito il lavoro su di sé incomincia con un rovescio della vita, una disgrazia, una perdita, un incidente, un disastro finanziario, un malessere persistente e mi mette in contatto con la mia interiorità attivando energie risananti. Assume diverse forme che vanno dalla terapia, al volontariato, all'arte, al viaggio in terre inesplorate (Odissea), ma il primo passo è sempre l'osservazione di me stesso e la presa di coscienza che da passivo, meccanico e condizionato, voglio diventare responsabile, voglio mettere in moto le mie forze vitali e la mia volontà di scelta, che è il motore della mia evoluzione. Entro in contatto con me stesso, vado in profondità e unisco cuore e istinto, ascolto attentamente le mie istanze profonde e attivo il mio sistema immunitario che mi fa distinguere tra bene e male, tra ciò che mi nutre e ciò che non mi da un'informazione positiva.
La direzione presa mi da chiarezza, forza e autorevolezza, pace interiore, sviluppo una cultura personale che deriva dalle esperienze fatte ed entra nelle mie cellule. Non mi sento più solo e non aspetto che la vita scelga per me. L'impegno in una direzione genera un campo di forza intorno a me che attira persone positive e non sono più vampirizzabile.
Poi la direzione si trasforma in potere personale e gioisco di una vita di cui sono autore. Sono responsabilmente creativo e incarno un'ideale, trasmuto il mio piombo in oro. Cambio il finale della storia perchè posso affrontare la mia e l'altrui ombra senza smarrirmi.

Il lavoro su di sé si svolge quindi in 4 fasi : incontro me stesso, fluisco nel godimento di aver trovato il mio nutrimento, mi oriento con decisione attivando la volontà, trasmuto.

Ma non ogni lavoro personale è un lavoro spirituale....Un bravo notaio, sarto, agricoltore possono fare un eccellente lavoro personale, ma non necessariamente sono nello spirito.

Il ” lavoro spirituale” rompe l'equilibrio che potrei aver raggiunto col lavoro personale. E' una domanda che ogni giorno mi faccio. E' una indefinibile perenne tensione e inesausta ricerca di senso che va sempre oltre . 
E' un complesso sistema di rapporti con l'universo.
Il lavoro spirituale è la percezione della sacralità del momento e l'attribuzione di valore sacro a tutto ciò che faccio: per una persona coltivare la terra è una dura fatica di cui farebbe volentieri senza; per un'altra è amore e venerazione verso Madre Terra.
Se sento il senso del sacro in ciò che faccio, sarò fedele a quel lavoro anche se cambieranno le circostanze e i mezzi. Proseguirò con determinazione e coerenza in qualunque situazione perchè chi prova paura, paura di essere annientato, è l'ego: il Sé, invece, non vede l'ora di abbandonarsi all'ignoto. Volontariamente e consapevolmente dedico la mia esistenza a qualcosa che nutro e che mi nutre, che per me è sacro, è un ideale superiore. Sono la manifestazione di quell'ideale.
Includendo la trascendenza nella mia vita quotidiana, includo la mia vita tra i valori della trascendenza. Lascio che gli impulsi spirituali si esprimano nella quotidianità ordinaria e avviene un'osmosi tra spirito e materia.
Il fuoco sacro mi trasmuta ed io accetto la trasmutazione: nulla rimane uguale, micro e macro si fondono e nuotano insieme manifestandosi nei miracoli che passano inosservati ma che accadono ogni giorno.
Come diceva Castaneda: “ogni cammino va bene, basta che abbia un cuore....”


Entro nel gruppo quando prendo coscienza che esiste l'altro.
Poi rompo l'illusione egoica della divisione e sento il privilegio di unirmi a un gruppo che condivide un ideale. Senza paura di scoprirmi entro in relazione gratuita ed incondizionata, con possibilità di reciproca fiducia totale. Nel momento in cui considero il gruppo come parte di me, faccio mie anche le qualità dell'altro che individualmente non ho e la mia individualità si arricchisce nel gruppo. Quando il mio cuore si apre percepisco l'appartenenza come un valore fondamentale e considero il gruppo come un luogo privilegiato per l'apprendimento delle arti della convivenza. Il gruppo è un accelleratore e amplificatore del mio lavoro personale.

Infine il gruppo, nutrito di singole individualità indipendenti, consapevoli, sveglie, allarga le proprie prospettive culturali, genera vitalità e curiosità , getta le premesse per nuovi orizzonti. Dai confini osmotici, permeabili ed indefiniti come un giardino zen che sfuma nel bosco, dialoga con l'esterno e crea una nuova realtà.

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