mercoledì 20 febbraio 2013

Da Marie Noelle Urech


EDITORIALE - FEBBRAIO 2013


La scelta


Siamo approdati al 2013, avendo appena scampato alle profezie allarmiste sulla fine del mondo. Anche se l’asteroide DA14 vortica ancora sopra le nostre teste, avvicinandosi pericolosamente al nostro pianeta, sembra che la faremo ancora franca e il mondo continuerà a girare. Ma il giro questa volta assume una velocità e un’elisse diverse rispetto a prima.  Nell’arco dei due/tre anni precedenti sono capitati tutta una serie di eventi che segnano la fine di un modo di vivere e ci costringono  a cambiare la nostra prospettiva. Ci troviamo tutti nella perigliosa fase di transizione tra un vecchio mondo che muore e dove regna caos, disordine e disgregazione, e uno nuovo che avvertiamo ma che non si delinea ancora chiaramente.

Come tutti gli esseri viventi, siamo circuiti aperti che scambiano energia, informazioni e materia con l’ambiente. Le informazioni ci giungono da ovunque,  tramite nuovi canali,  impensabili 20 anni fa!  E tutta questa conoscenza modifica la coscienza collettiva. Quando si apre la coscienza si incorre anche in una fase sgradevole. L’assimilazione di nuove informazioni crea instabilità e incoerenza in un sistema stabile. A questo punto possono presentarsi due opzioni: tale incoerenza crea dissipazione di energia e quindi morte, disgregazione (entropia) ma può anche indurre un cambiamento verso un nuovo sistema più ricco e più evoluto (neghentropia).  

Ci troviamo ora in questo delicato momento, sospesi tra Vita e Morte. Tutto attorno a  noi si parla di disgregazione, della morte di un vecchio sistema diventato incoerente che non riesce ad integrare le nuove informazioni. Gli eventi più recenti ci sollecitano a fare scelte consapevoli verso la Vita. Per seguire il flusso della Vita, bisogna cambiare la relazione che abbiamo con noi stessi, con gli altri e con il Pianeta stesso.  Dobbiamo puntare alle qualità più elevate che esistono nell’essere umano, che stentiamo ancora a vedere e a riconoscere. Siamo troppo occupati a polemizzare, ad accusarci l’un l’altro, a criticare,  a sottolineare solo quello che non va. Stiamo parlando costantemente della nostra morte. Non crediamo più che ci sia qualcosa di buono nell’uomo e che siamo capaci di fare grandi cose. Il crollo delle istituzioni, le grandi divisioni della Comunità Europea, il declino della Chiesa Cattolica, la folle crescita economica che sembra la proliferazione di cellule tumorali,  non sono altro che i sintomi della disgregazione di un mondo ormai troppo stretto e chiuso per contenere una coscienza collettiva risvegliata.  E’ venuto il momento di volgere la nostra attenzione verso il nuovo mondo che vogliamo creare. Tutto inizia dalla visione. “Dove non c’è una visione un popolo muore” è scritto nei Proverbi. Per quanto non sarà possibile vederla concretizzata subito, almeno su scala planetaria, abbiamo il compito di creare e nutrirne la matrice nei nostri pensieri e desideri del cuore. Questa visione è l’eredità preziosa che possiamo lasciare alle generazioni future.


Marie Noelle Urech

Viriditas

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