EDITORIALE
- MARZO 2013
Benvenuti
nel Nuovo Mondo!
Non
c’è mai stata una tale sequenza di eventi sconvolgenti come in
questi ultimi 5 anni. Ogni mese succedono fatti che, per la forza
della loro magnitudine, si sovrappongono a quelli precedenti,
offuscandoli quasi. Chi ricorda ancora il terremoto dell’Aquila
(aprile 2009), la marea nera del Golfo del Messico (aprile-agosto
2010) definita la più terribile catastrofe ambientale mai accaduta,
i terremoti in Argentina (gennaio 2011), in Cina (marzo 2011),
lo Tsunami in Giappone (2011)? Ora siamo investito dal crollo dei
mercati finanziari, già iniziato nel 2008, da quello
della Grecia, dagli scandali della Chiesa, dalle tempeste
politiche in varie nazioni del mondo..... I cambiamenti economici e
sociali sembrano una replica di quelli climatici e geologici. L'
asse terrestre stesso ha subito più volte uno spostamento con
conseguenze che non riusciamo ancora a valutare. Tutto succede con
grande velocità. Siamo i testimoni di un cambiamento di dimensione
epocale ed è venuto il momento di esserne anche i protagonisti.
Ogni
nazione ha un compito ben definito rispetto agli equilibri
dell’insieme. Ogni epoca ha visto una o più nazioni emergere con
una fioritura di cultura, di arte e di civiltà senza precedenti.
Altre, dopo il fulgore della loro civiltà, sono entrate nell’oblio.
Altre stagnano nel ricordo dei fasti passati. I primi coloni, una
volta sbarcati dal Mayflower nel Nuovo Mondo, hanno dovuto
creare una nuova società unendo le loro diversità. Era allora una
questione di sopravvivenza e così Irlandesi, Olandesi, Armeni,
Polacchi, Italiani, Portoricani sono diventati tutti Americani! Hanno
portato la forza del lavoro, il genio della loro cultura e l'hanno
messo a disposizione di un grande insieme.
Oggi,
non c'è bisogno di andare verso altri continenti per scappare
all'emergenza. Possiamo essere i creatori del Nuovo Mondo anche a
casa nostra. C'è l'urgenza di mettere insieme le nostre forze,
ingegno, creatività per costruire una società più amorevole e
cooperante, per creare una politica al servizio dei suoi cittadini e
non il contrario come è successo finora, per lanciare una economia
più rispettosa dell'ambiente e delle relazioni umane. Le
soluzioni esistono già e non sono le vecchie strutture già
conosciute. Il passato, per quanto brillante e grandioso sia stato,
può diventare un freno al cambiamento se non impariamo a lasciarlo
andare. E per quanto l'Italia viva del suo passato, il suo
motto esoterico è: “incido la strada”.
Il
suo compito profondo sarebbe di aprire la strada verso l'integrazione
delle tante diversità che la popolano, ma anche con le altre
nazioni. Non a caso, sui suoi lidi è nato l'Impero
Romano come progetto di coagulo politico, economico e culturale con
il resto del mondo. Non a caso il Rinascimento, nel
tentativo di fondere arte e conoscenza, ha unito le due
modalità d'interazione del cervello umano. Il Nuovo Mondo
nascerà proprio qui in Italia. Sarà una impresa ardua, faticosa,
lunga, finché resisteremo all'onda del cambiamento e vorremo
mantenere le cose come prima, cioè con l’amore del potere.
Incidere la strada diventerà un progetto pilota per il mondo
quando le “eccellenze” in tutti i campi si metteranno a
disposizione per creare qualcosa di assolutamente nuovo: l'unione, il
potere dell’amore. Questo è il disegno luminoso che si
comincia a intravedere tra le ombre dei piccoli uomini dentro alla
caverna.
Marie
Noelle Urech
Viriditas
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