Riprendendo
l'ultimo post, appare chiaro che vogliamo creare un villaggio
variegato come il centro storico di una città viva, di una città
ideale dove i cittadini condividono la creazione e la gestione della
loro microcittà.
Nella
microcittà ferve la vita: gli artigiani lavorano, il ristorante
brulica di gente, la piazza del mercato è animata dai contadini che
espongono i loro prodotti e dai passanti, le botteghe sono aperte, i
bambini cantano a scuola, i viandanti si fermano alla locanda, gli
artisti contemplano, gli studenti imparano la vita, gli anziani
raccontano e tutti vivono.
Non
c'è nessuna aria di decrescita e della scarsità, povertà,
rinuncia e limitazione che questa parola evoca.
La
parola “decrescita” è propria una parola non azzeccata, anche se
l'intento di chi l'ha coniata è stato più che onesto.
Non
c'è niente da decrescere.
Prima
non c'era crescita: c'era solo un accumulo di falsi miti e l'assurda
misurazione del PIL.
Ma
non è che il PIL deve decrescere insieme ai miei artificiosamente
indotti bisogni: il PIL non deve proprio esistere, così come i miei
bisogni finti non devono diminuire, ma semplicemente sparire.
Serve
un cambio di paradigma, un cambio di concetto.
Serve tornare nel
mondo “vero” che non ha niente a che vedere con l'economia come
la intendiamo ora e tanto meno con le speculazioni finanziarie.
Devo
uscire dalla vecchia dualità crescita/decrescita .
Non
butto via la televisione perchè devo decrescere e rinunciare a
qualcosa: la butto via perchè salto su un altro carro.
La
nostra vita d'ora in avanti può solo crescere: in bellezza, gioia,
pienezza, consapevolezza, amicizia, spensieratezza, tempo,
felicità...
Come
la natura che è un tripudio di vita, colori, forme, ridondanza, abbondanza di cibo per
tutti.
Non
c'è niente di sobrio, grigio, contenuto, triste, limitante in
natura: c'è solo espansione, esagerazione, esplosione, eterna danza e movimento.
“Guardate
gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, eppure...”
Abbandonare
un inutile AVERE e trasferirsi nell'ESSERE non è decrescere.
Non
c'è omogeneità nella scala: sono proprio valori diversi e non
paragonabili.
E
nell'ESSERE posso solo crescere.
E'
l'unica realtà dove posso crescere all'infinito.
Bisogna
stare attenti con le parole, perchè le parole creano la realtà; per
due motivi.
Il
primo, molto evidente, è che sono associate a forme-pensiero, a
categorie mentali che ci plasmano e ci condizionano, creano strutture
e gabbie, schemi mentali nei quali viviamo e costruiamo la nostra
realtà.
Il
secondo, più sottile, è che il suono connesso a una certa parola è
una certa vibrazione, quindi energia, che interferisce,
modificandole, con le vibrazioni intorno a noi- il nostro ambiente-
e con la nostra stessa vibrazione- la nostra struttura fisica,
psichica ed emotiva.
Se
ripetessimo un milione di volte, come un mantra, la parola
“decrescita”, ne usciremmo devastati.
Allora,
vade retro “decrescita” e atavico senso di colpa, rigidità e
severità annesse !
Vade
retro decrescita, figlia di una visione del mondo meccanicistica,
legata alla società termo-industriale!
E
A TUTTI AUGURO UNA GLORIOSA RINASCITA 2013,
E UNA SORRIDENTE,
LUMINOSA CRESCITA PER INFINITI ANNI A VENIRE !
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