sabato 29 dicembre 2012

Non vogliamo la decrescita!




Riprendendo l'ultimo post, appare chiaro che vogliamo creare un villaggio variegato come il centro storico di una città viva, di una città ideale dove i cittadini condividono la creazione e la gestione della loro microcittà.
Nella microcittà ferve la vita: gli artigiani lavorano, il ristorante brulica di gente, la piazza del mercato è animata dai contadini che espongono i loro prodotti e dai passanti, le botteghe sono aperte, i bambini cantano a scuola, i viandanti si fermano alla locanda, gli artisti contemplano, gli studenti imparano la vita, gli anziani raccontano e tutti vivono.
Non c'è nessuna aria di decrescita e della scarsità, povertà, rinuncia e limitazione che questa parola evoca.

La parola “decrescita” è propria una parola non azzeccata, anche se l'intento di chi l'ha coniata è stato più che onesto.
Non c'è niente da decrescere.
Prima non c'era crescita: c'era solo un accumulo di falsi miti e l'assurda misurazione del PIL.
Ma non è che il PIL deve decrescere insieme ai miei artificiosamente indotti bisogni: il PIL non deve proprio esistere, così come i miei bisogni finti non devono diminuire, ma semplicemente sparire.
Serve un cambio di paradigma, un cambio di concetto.
 Serve tornare nel mondo “vero” che non ha niente a che vedere con l'economia come la intendiamo ora e tanto meno con le speculazioni finanziarie.
Devo uscire dalla vecchia dualità crescita/decrescita .
Non butto via la televisione perchè devo decrescere e rinunciare a qualcosa: la butto via perchè salto su un altro carro.
La nostra vita d'ora in avanti può solo crescere: in bellezza, gioia, pienezza, consapevolezza, amicizia, spensieratezza, tempo, felicità...
Come la natura che è un tripudio di vita, colori, forme, ridondanza, abbondanza di cibo per tutti.
Non c'è niente di sobrio, grigio, contenuto, triste, limitante in natura: c'è solo espansione, esagerazione, esplosione, eterna danza e movimento.
“Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, eppure...”

Abbandonare un inutile AVERE e trasferirsi nell'ESSERE non è decrescere.
Non c'è omogeneità nella scala: sono proprio valori diversi e non paragonabili.
E nell'ESSERE posso solo crescere.
E' l'unica realtà dove posso crescere all'infinito.

Bisogna stare attenti con le parole, perchè le parole creano la realtà; per due motivi.
Il primo, molto evidente, è che sono associate a forme-pensiero, a categorie mentali che ci plasmano e ci condizionano, creano strutture e gabbie, schemi mentali nei quali viviamo e costruiamo la nostra realtà.
Il secondo, più sottile, è che il suono connesso a una certa parola è una certa vibrazione, quindi energia, che interferisce, modificandole, con le vibrazioni intorno a noi- il nostro ambiente- e con la nostra stessa vibrazione- la nostra struttura fisica, psichica ed emotiva.
Se ripetessimo un milione di volte, come un mantra, la parola “decrescita”, ne usciremmo devastati.

Allora, vade retro “decrescita” e atavico senso di colpa, rigidità e severità annesse !
Vade retro decrescita, figlia di una visione del mondo meccanicistica, legata alla società termo-industriale!

E A TUTTI AUGURO UNA GLORIOSA RINASCITA 2013,
 E UNA SORRIDENTE, LUMINOSA CRESCITA PER INFINITI ANNI A VENIRE !

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