da Città in transizione - TERRANAUTA
Che
differenza c’è tra la Transizione ispirata da Rob Hopkins e la
Decrescita Felice di Maurizio Pallante? Più che ricercare le divergenze,
è importante enfatizzare i punti in comune tra queste due realtà, unite
da un’alleanza filosofica e strategica, che condividono una certa
visione del presente e soprattutto la medesima idea di un futuro più
sobrio, etico ed incentrato sui veri bisogni degli uomini. Avete il
problema di scegliere tra l’una e l’altra? Sappiate che non avete
affatto un problema
di Cristiano Bottone
La prima volta che in Italia si è parlato delle Transition Italia (Transition Towns) è stato nel corso di un meeting organizzato dal Movimento per la Decrescita Felice.
Questo può già dare un indizio rispetto a una fisiologica attrazione
reciproca che le due realtà hanno cominciato fin da subito a esercitare
l’una sull’altra.
È
un fatto naturale visto che i punti comuni sono tantissimi, dalla
condivisione di una certa visione del mondo attuale, all’idea che in un
futuro più sobrio, etico e incentrato sui veri bisogni degli uomini si
possa trovare anche quella felicità, quell’armonia d’insieme,
quell’equità, quel senso di reale progresso della specie umana a cui
tutti dovremmo aspirare.
MDF
ha condotto fino a oggi una straordinaria opera culturale indicando a
un numero sempre crescente di persone la possibile via alternativa
all’ormai agonizzante sistema della crescita infinita. Sarà forse solo
tra molti anni che ci renderemo conto di come il diffondersi di questa
nuova visone abbia fatto germogliare il potenziale di cambiamento
smarrito all’interno delle nostre società.
Io
stesso ho cominciato il mio personale percorso proprio appassionandomi
alla tematica della Decrescita Felice, a questa idea, in fondo semplice,
che rimetteva in discussione le fondamenta dei nostri stili di vita.
Quello che l’esperienza delle Città di Transizione aggiunge al lavoro
già compiuto fin qui da MDF è soprattutto una potente piattaforma
operativa. Se MDF ha reso evidenti le ragioni che dovrebbero spingerci
al cambiamento e l’auspicabilità del cambiamento stesso, il contributo
della Transizione spero sarà quello di fornire formidabili strumenti per
realizzarlo nella pratica.
Molte
delle persone che incontro mi chiedono di spiegare bene che differenza
c’è tra la Transizione ispirata da Rob Hopkins e la Decrescita Felice di
Maurizio Pallante e mi è già capitato di scrivere che se avete il
problema di scegliere tra l’una e l’altra allora non avete affatto un
problema. Più che cercare di evidenziare delle differenze, mi sembra
interessante enfatizzare l’affinità e la complementarietà delle due
realtà e cercare sempre più spesso occasioni di sinergia e di attività
comune.
La
Transizione è per sua natura un processo inclusivo e sviluppare
relazioni con tutte le realtà già esistenti è una parte fondamentale del
processo stesso. È proprio con questo obiettivo che nello scorso mese
di settembre io e Ellen Berman (presidente di Transition Italia) abbiamo
incontrato a Bologna Maurizio Pallante per una chiacchierata informale
sul possibile sviluppo di collaborazioni tra il movimento di Transizione
in Italia e MDF.
L’esito
di questa breve e piacevole chiacchierata è la reciproca disponibilità a
collaborare in tutte le forme possibili. Oggi esiste quindi un’alleanza
filosofica e strategica tra i due movimenti e l’interesse reciproco a
far sì che questa abbia conseguenze pratiche nel più breve tempo
possibile.
Ecco
perché vorremmo lanciare un invito congiunto a tutti i circoli della
Decrescita perché programmino attività finalizzate alla conoscenza dei
processi utilizzati dal movimento di Transizione. Si può cominciare
dalla semplice lettura del Manuale Pratico della Transizione
di Rob Hopkins, ora disponibile in italiano presso Arianna Editrice, o
prendendo contatti con Transition Italia per l’organizzazione di
incontri o attività di formazione.
Va
notato che questo stava già avvenendo, in modo del tutto naturale,
anche prima di questo incontro. Molti circoli MDF hanno già organizzato
dei Transition Talk per i propri associati, ma l’auspicio è che d’ora in
avanti si possa fare ancora di più perché la rete di tutti coloro che
lavorano per il cambiamento si rafforzi e sia dotata di strumenti e
metodologie appropriate.
Sono
davvero felice di questi nuovi sviluppi e certo che più lo scambio di
esperienze e la contaminazione si infittisce, più efficaci saranno gli
effetti sulla realtà. Auguro una meravigliosa transizione a tutti, e che
alla fine del percorso ci sia esattamente quello che abbiamo avuto il
coraggio e la responsabilità di immaginare lungo il cammino.
Cristiano Bottone
Ci
riconosciamo pienamente in questa lettera che consideriamo l’inizio di
un percorso comune che non potrà che portare benefici ad entrambe le
realtà. Invitiamo quindi tutte le realtà che si muovono nell’ottica
delle Transition Town ad ispirarsi anche alla filosofia e alle pratiche
della Decrescita Felice e a quei circoli che ancora non conoscessero gli
strumenti e le proposte delle Transition Town ad informarsi,
confrontarsi e, ove possibile, iniziare il percorso di transizione.
Maurizio Pallante
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